Grazie alla tradizionale lavorazione del Tonno di Pizzo Calabro, la provincia di Vibo Valentia è conosciuta in tutto il mondo. Anticamente Pizzo Calabro si chiamava Napitia, nome che le fu dato da Napeto, capo di una tribù di Focesi scampati alla guerra di Troia che si stabilirono definitivamente nei nostri lidi. Il tonno di Pizzo nell'antica Grecia era conusciuto tonno di Hipponion.
Si pensi che Archestrato, uno dei più noti gastronomi dell’antica Grecia, scrisse: "nella grande e sacra Samo vedrai del tonno estremamente grande che chiamiamo orcino, mentre altri lo chiamano Ceto; compralo subito e a qualunque prezzo; lo trovi a Bisanzio, a Caristo a Cefalù, a Tindari, ma se un giorni vai ad Ippona ( l’odierna Vibo Valentia), presso i Bruzii, vi troverai i tonni migliori di tutti. Anche Leandro Alberti, frate domenicano nel 1523 descrisse la tecnica di pesca del tonno a Pizzo, si parla anche nell'era Napoleonica ne testimonia un'editoriale del tempo e cosi via fino al tempo d'oggi.
Anticamente la costa che va da Parghelia a Pizzo Calabro erano immense tonnare ed opifici per la lavorazione del tonno, sarde, alici e delle salse di pesce, queste numerose tonnare sorte tra Cinquecento e metà Novecento lungo la costa vibonese, quella di Bivona è documentata nel 1445. In quei tempi i pesci salati e posti in salamoia veniva esportati qua e là in tutta Italia mentre il Tonno all'olio di oliva si diffonde più tardi ma si diffonde in tutta Europa, oggi la sua esportazione si estende a livello mondiale.
Ciò che rende questo prodotto unico, è che ancora la sua lavorazione è artigianale (dalla selezione dei pezzi al taglio e al confezionamento, eseguito per la lavorazione dei prodotti più pregiati, come i formati in vaso di vetro e quelli destinati ai banchi di gastronomia) ma senza dubbio è l'alta qualità del Tonno Rosso pecularietà che solo il mare della provincia di vibo valentia possiede.