Palizzi (RC) è un grazioso borgo medievale, situato all’interno dell’area grecanica, il cui territorio si estende dall’interno di una valle preaspromontana fino a lambire, in soli 5 Km, le acque dello Jonio. Questo piccolo paese, dominato in alto da un castello posto su un imponente roccia a strapiombo, ha affascinato nel corso dei se...coli molti viaggiatori. Edward Lear nella metà dell’ottocento definì Palizzi come “Nessun posto più selvaggio né più staordinario di Palizzi può attirare l’occhio dell’artista”.
I primi documenti che attestano la presenza del centro risalgono al 1451, e indicano la presenza nel territorio di un Monastero Basiliano, un Convento dei Prati Minori Conventuali, di 14 Chiese e 10 Cappelle. Dai Normanni in poi, Palizzi fu possedimento feudale del Vescovo di Bova I Ruffo Gli Ajerbe d’Aragona I Principi Colonna I Principi Arduino e, dopo il disastroso terremoto del 1783, dei De Blasio, rimasti proprietari del Castello che sovrasta l’antico abitato fino ai giorni nostri. Non si conosce l’origine del paese e non si hanno documenti, che provino la sua esistenza, prima di allora ma le pagine della “Storia antica di Palizzi”, il suo autore, Prof. Fortunato Plutino, tratta il fiume di Palizzi abbozzando una quasi certezza che l’antico “Forte sul fiume Alece”, del quale Tucidide tramandò la memoria di alcune incursioni dell’esercito Ateniese quivi avvenute circa 27 secoli addietro, altro non era che la Rocca sul fiume di Palizzi. Questo fiume, e non l’Amendolea come ipotizzato da altri studiosi, delimitato da una stretta valle sulla quale si elevano montagne quasi dappertutto inaccessibili e perciò ben difendibili da un minor numero di guardie di frontiera, sarebbe stato il termine di confine tra le due Repubbliche di Reggio e Locri. Insuperabili difficoltà di percorso avrebbero incontrato anche i pirati salendo dai lati di marina, ben protetti dagli avamposti fortificati del Promontorio Erculeo (Capo Spartivento), dai Propilei e dalle strutture fortificate del Porto di Alece che quindi più tardi avrebbe preso “la volgare nomanza di Porto di Palizzi”. Un Porto che ebbe grande importanza commerciale e strategica e perciò segnalato da Strabone, il geografo per eccellenza, circa 2000 anni or sono. Oggi Palizzi conta poco più di 1300 abitanti. La sua economia è a base agricola con produzione di gelsomini, bergamotto, olive, foraggi e uve. Rinominata è la produzione del vino Palizzi. La pesca interessa non poche famiglie nella frazione della marina. L’artigianato è presente con la tessitura di fibre di ginestra, e telai rigorosamente a mano. L’industria è attivata da una distilleria di essenze di bergamotto e di gelsomino. Vi è una cava di marmo destinato ad usi ornamentali. Palizzi è anche centro d’interesse turistico, per lo sviluppo che in tale direzione vanno prendendo le frazioni di Pietrapennata e di Palizzi Marina. Nel momento in si arriva nel Borgo antico, un’atmosfera di ospitalità ed amicizia circonda il visitatore. Incamminandosi per vecchie stradine del centro storico, che richiamano memorie di età medievale, non si può non sentire la presenza affascinante del castello, i cui ruderi sono posti su una imponente roccia a strapiombo che sovrasta l’abitato. E non è raro incontrare una persona anziana seduta davanti la porta di casa, silenziosa e paziente, che ricambierà il tuo amichevole “Buon giorno” e comincerà a parlare del proprio passato, dei figli e nipoti spesso lontani, e di chiederti di cosa hai bisogno. Gente semplice pronta ad offrirti un buon bicchiere di vino e a mettere a tua disposizione tutto ciò che ha per farti restare.
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