PARCO DELLA SILA


Il Parco Nazionale della Sila
è un luogo meraviglioso, tutto da scoprire, ricco di itinerari suggestivi e paesaggi emozionanti.

Montagne e valli incantate, piante stupende e una grande varietà di animali, costituiscono un patrimonio di biodiversità che merita di essere amato e soprattutto protetto.
Le origini dell'altopiano della Sila sono da ricondurre ad epoca geologica ben più remota di quella dell'orogenesi appenninica.

Il paesaggio silano è la risultante del particolare ambiente fisico, vario e scarsamente tormentato, sul quale si adatta una diversificata fauna, una complessa vegetazione ed una presenza umana moderata, che costituiscono sistemi interagenti. Si evidenzia una pluralità di paesaggi che vanno dal tipo montano a quello collinare ed a quello pianeggiante suddiviso in alluvionale, vallivo ed a terrazze.
Nel paesaggio forestale, dotato di una elevata biodiversità, si inserisce un patrimonio boschivo, di notevole provvigioni e di considerevole valore ecosistemico, che va di conseguenza adeguatamente salvaguardato e conservato.

Esistono ambiti territoriali marginali, trascurati dai moderni processi di sviluppo, in cui si riscontrano siti nei quali le risorse e i valori sono stati conservati in una sostanziale integrità. Gli stessi è necessario che vengano utilizzati, dalle comunità locali, in modo ottimale allo scopo di favorirne il ricupero, la stabilità e la durata.

Il paesaggio agrario è più specificamente il risultato di un'interazione tra uomo e ambiente, in continuo divenire soprattutto come conseguenza del variare delle condizioni sociali, ma anche dell'evoluzione della cultura e dei progressi della tecnica agraria.
Il paesaggio agricolo della Sila è stato scarsamente modificato dall'impatto tecnologico e ciò ha evitato che prendessero il sopravvento le esigenze umane sulle caratteristiche che nei secoli l'ambiente naturale aveva conservato.

L'agricoltura silana, in gran parte, la si può ancora definire di tipo tradizionale, gli equilibri, che nei tempi si sono stabilizzati, si sono sostanzialmente mantenuti, evitando erosioni genetiche significative e sostanziali cadute di diversità.

Il processo di crescita degli insediamenti umani in ambiti rurali e periurbani è stato moderato nella gran parte dei siti.

Necessita comunque normalizzare eventuali eccessi di pressione antropica regolando le tendenze di trasformazione e di uso del suolo, proteggendo gli ambiti dotati di forte valenza naturalistica ed ambientale e diversificandone tempi e modi di godimento.

Si dovrà in definitiva tendere a favorire l'integrazione dei processi di sviluppo con le particolari peculiarità di cui sono dotate le aree interessate, sviluppando una confacente progettualità che sia in grado di valorizzare la risorsa paesaggistica della Sila esaltando nel contempo le funzioni di pregio che sono già tenute in debita considerazione. Buoni risultati potranno essere ottenuti con la messa in atto di adeguate politiche di riequilibrio territoriale e di coesione sociale.

Si potrà così offrire, anche nell'avvenire, al turista in visita al Parco la possibilità di ammirare ancora un paesaggio in gran parte conservatosi primitivo, integro, attraente, suggestivo.
Nel Parco sono presenti le più significative specie del comprensorio silano che con le splendide fioriture, principalmente primaverili ed estive, integrano il verde dei pascoli e dei boschi circostanti realizzando una piacevole e rilassante suggestione paesaggistica ed evidenziando l'enorme importanza naturalistica complessiva. In primavera i primi fiori che appaiono sono gli zafferani, i nontiscordardime, le primule, i ciclamini ed una variopinta moltitudine di viole. Con l'avanzare della stagione esplodono le fioriture di varie specie di orchidee, tra le quali si ammira l'orchidea a nido d'uccello, dei ranuncoli, delle anemoni, dei muscari, dei gladioli, dei narcisi, dei nasturzi, dei crochi , degli alissi, dei gigli, dei geum, delle malve, dei miosoti, delle veroniche, del timo, delle campanule, delle verbene, dell'origano, delle mente, della camomilla, dell'anice, ed altre. Tra gli ultimi a fiorire, prima dell'avvento della stagione invernale, sono i colchici; con l'autunno terminate le fioriture, si evidenzia la spettacolare e cangiante colorazione della vegetazione di latifoglie che fa da contrasto allo splendido verde del pino laricio e dell'abete bianco. Trattasi di cenosi singolari favorite dal terreno siliceo e dal clima mediterraneo, reso mite grazie all'influenza dei vicini mar Jonio e Tirreno.

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